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domenica 13 ottobre 2019

Svegliami a mezzanotte

   Ho letto un libro. In poche ore l'ho finito. Non è la prima volta, ma stavolta avrei voluto continuare a leggere per ore questa storia, Svegliami a mezzanotte, di Fuani Marino, poiché credo sia una storia interrotta. Come solo le più belle storie sanno essere. Una intensa e fragile storia scritta senza impressionare, se non attraverso i fatti e i pensieri che emergono limpidi nel libro. 


 Sulle questioni letterarie non so scrivere, lo so, epperò caspita ho letto centinaia di libri contemporanei, e tra i primi libri letti annovero niente di meno che Meno di zero. Insomma, seppure ancora non mi sono chiare questioni grammaticali della lingua italiana, di certi libri so riconoscere la qualità attraverso lo stile. Anche per delle piccole profonde verità, scritte come si deve, impronunciabili altrove. Ecco la mia letteratura preferita: una bella  discrasia tra le pagine e la mia testa. 
  Un tempo scrivevo sul mio blog certe specie di recensioni fulminee e "de core", che molti apprezzavano, inclusi gli autori stessi. Quel tempo è finito, e i detriti dolci che sono arrivati fino ad oggi, in una giornata di mal di schiena e resoconti, mi spingono a ritornare sul blog per scrivere: la lettura di Svegliami a mezzanotte ha smosso un nervo che non vedeva l'ora di essere smosso: il nervo grezzo della mia storia.
  Insomma, ho recitato la parte del diverso, di quello con una storia un po' stramba, cercandomi un lavoro che potesse dissimulare e ammettere tale storia, senza dire fino in fondo qual è il fine vero di questa commedia: raccontare il mio indicibile, con sintassi accettabile. Tranquilli, parenti e amici, niente che non sappiate già, ma raccontato un po' meglio.
   Non mi piace svelare parti del libro, preferisco fare incuriosire il temerario lettore. Nel caso di Svegliami a mezzanotte, mi permetto solo di citare il brano del libro in cui l'autrice ammette, non prima di seminare dubbi, che si tratta soprattutto di un libro politico. Concordo, ma rilancio quello che ho percepito io: c'è pure tanta poesia, attraverso emozioni trattenute solo per aumentare la potenza del libro. Però chi legge i contemporanei dovrebbe saper fiutare il sentimento sospeso, e può prendere quelle parole e vederne meglio le venature, le punte e intuire da dove arrivi la linfa che l'ha generate. Fino ad arrivare alla radice più misteriosa: che non svela l'albero magari, ma una vita, una storia, forse sì.
  Per questo mi viene voglia di leggere altre mille pagine di questa storia, oppure aspettare paziente il prossimo libro di Fuano Marino.