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sabato 18 dicembre 2010

fiumani alla casa del jazz

Fiumani alla casa del jazz

L’auditorium della casa del jazz è pulito, quasi asettico. Le hostess severe e serie. Le persone accorse formano intanto una fila poco rumorosa; la solita di certi concerti, dei Diaframma senz’altro.
Questa ex villa sottratta alla banda della Magliana, quella vera, non la pagliacciata televisiva, è davvero un posto non solito per le esibizioni di Fiumani. Ne avrò visto una ventina di suoi concerti. Ogni volta penso: stavolta non ci vado, poi una vocina mi suggerisce di andare che stavolta sarà quello più bello….e, infatti, quello dell’otto dicembre 2010 è stato un bel concerto.
Fiumani pareva contento di questo palco. Anche se la differenza la fa sempre il pubblico, vero Federico? E l’altra sera c’era bella gente. Lontana dagli standard che la tv e i giornali vogliono a tutti costi irreggimentare. Qui stanno occhi e orecchie ognuna diversa dall’altre. Nessuna voglia di sentirsi simili. Nessuna smania di tirar fuori accendini o altre amenità.
Le canzoni sfilano davanti alle nostre facce; a tratti provo delle emozioni forti: “Labbra blu” resta intatta nella sua carica evocativa da quindici anni. Un miracolo sta canzone.
Nella bellezza delle parole semplici del quotidiano, Fiumani caratterizza le sue canzoni. Non le interpreta, ma le incarna. E qui c’è il secondo miracolo: i suoi concerti, anche quando non convincono tecnicamente, restano fissi nella memoria di chi li vive. Lo so poiché, a cadenza annuale, mi sono fatto accompagnare da quasi tutti i miei amici. E loro me lo confessano a bassa voce…
Mi viene da dire: stasera andiamo a vedere Fiumani l’effetto che fa!
La mia timidezza mi tiene lontano dalla cerchia dei suoi fedelissimi, eppure sono in mezzo a loro da anni…ne capisco le spinte pulsionali. Ma, al contempo, credo che a ognuno faccia un effetto diverso.
Sulle note malinconiche di “Vaiano” sono sprofondato: dentro a un vortice di ricordi e sensazioni che neppure il migliore degli psicoanalisti riuscirebbe a ottenere. Niente da fare, nella sua semplice e commovente apparizione, riesce a scuotere ogni nervo scoperto delle nostre animelle sperse.

Aspetto il prossimo concerto. Aspetto il prossimo amico da circuire nel magnifico Spettacolo
D’Arte varia che i Diaframma offrono ai nostri sensi affamati.









18 dicembre 2010 Peppe Stamegna

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