Almeno venti secondi al giorno penso
seriamente alla morte. Questo, soprattutto, per distrarmi dalle troppe vite
morte indigeste che mi capita osservare. Per altri venti secondi ho una nausea
tremenda, assoluta, senza scampo. Questo per distrarmi dai pensieri di morte.
Tranquilli, penso anche al sesso, agli amici, ai figli e ai debiti. Al mio
amore, agli anni di mia madre, al sudore degli operai, a come saranno da grandi
i bambini che vedo, miei inclusi. Insomma, se non osservo penso, e quando non
faccio entrambe le cose mi diletto nella logorroica presenza di spirito. Quella
mia, patetica e a tratti grandiosa, e questi tratti dovrei proprio registrarli
ogni tanto.
L’altra sera Fiumani e i suoi
musicisti hanno fatto un concerto da paura, come ha dichiarato Andrea poco fa.
Io ci credo a quello che dice Andrea, per questo sposo la sua impressione. In
più, l’aver partecipato a questo concerto mi ha confermato una mia antica ossessione:
che le persone alla lunga, se vogliono, migliorano anche con l’età che avanza.
Questo dell’età che avanza è un concetto interessante: per me si tratta solo di
una romantica evoluzione verso quel meglio che stiamo sempre ad annusare, ma che
ci sfugge sempre all’ultimo minuto. Per questo non ci fermiamo mai, e spesso il
movimento ci rende migliori davanti alle parole, e ai tuoi occhi; questo
movimento può avvenire soltanto all’interno della nostra cornice esistenziale.
E di nessun altro. Capito? Altrimenti si muore a ogni risveglio.
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