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venerdì 11 febbraio 2011

Parole a Memoria

E ti vedevo con quella faccia fresca. Un po’ timida ti lasciavi andare all’amore dopo qualche accelerata risata. Niente d’inutile c’era tra noi, solo attimi da divorare nel caos del tempo. Quello che ci ostinavamo a passare sempre insieme. Oggi non è così, solo ritagli, tra giornate piene di serene routine. Ricordi quel viaggio in treno fino a Firenze a sperare in un anfratto per toccarci e liberarci dei lacci che la lontananza procurava? Poi sì è recuperato tutto, compresi i giochi spinti e le beate conseguenze dell’amore.
La nostra storia è scritta già: nei pensieri degli amici e in quelli dei nostri figli.
Quello che resta è un’aggrapparsi al senso, dei giorni, delle notti e di ogni gesto mai appieno capito. I tuoi occhi carezzavano i pomeriggi dentro le case che abbiamo abitato. La sera era un cercare continuo occasioni di vita; non si sprecava nulla, non ci spaventava niente. Dominatori di strade sterrate s’inseguiva il desiderio di somigliare ai nostri miti. Gli anni settanta in tasca, e nel cuore i nostri corpi. Intorno felicità barcollante nella più dura realtà, che ci poteva capitare, che ci poteva investire: bombe che fanno saltare speranze, dentro a delusioni cocenti del nostro tempo.
Eccoci ancora qua a leggere i fondi di caffè, e nel farlo, di nascosto uno dall’altro, ci accorgiamo di resistere in compagnia di un vecchio, e mai seppellito, desiderio d’amore.

1 commento:

Francesca ha detto...

Colpita.......e' tutto così vero, ma bello!!!!