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venerdì 29 aprile 2011

santa malora

Santa malora che tristezza dietro a certe parole che stanno dietro ai miei sensi, certe volte. Come nei giorni scorsi, come in certe notti affogate nei pensieri beige di carta velina. E basta, riprendiamoci la forma. Quella che, con appena un po' di contenuto, mette a nudo e dichiara la nostra consapevolezza: di stare a fare gli spettatori inquieti chiusi nei pomeriggi fumosi nelle latterie fiorentine. Quanto le ho adorate le latterie minuscole di Firenze, con i loro quotidiani appesi alla stecca di legno unta. Con i libri appilati poco prima dell'ingresso del misero bagnetto.
Una bolla di sapone questo ricordo. Già è esploso, schiantatosi contro le mie ansie. Maledette. In questa settimana di eventi epocali, mi godo, nella mia casa più alta che grande, un relax dovuto ai miei poveri nervi.
Che sia un pomeriggio normale, dentro a un giorno seriale, nell'arco di un mese accettabile. Fuori da un anno terribile, di amore e paure. Di sogno e fine.
Siedo nella poltrona che accoglie ogni infima questione che sta tra me e il male.
Passo e scappo.

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