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mercoledì 6 luglio 2011

Bimbi belli!

Viale Trastevere mezzo buio, un tram ogni tanto. Una corsa fino al cinema. La coda arrivava al cancello. Le solite belle facce che tirano su il morale. Ermanno mi rassicura: bastano sei euro per stare dentro. Mi siedo in prima fila, un po’ in diagonale rispetto allo schermo. Il film di Celestini mi prende subito. E’ una storia narrata, non un film denuncia noioso e presuntuoso. Sono salvo. Mi godo lo scorrere delle immagini di uno spaccato triste, claustrofobico, di una vita immolata dentro a quel posto da pazzi. Dove il quotidiano si lega col passato, e rende ogni cosa senza senso. Ma non per la sua malattia, ormai. Che sbatte dentro al cuore del suo coinquilino disperato. Conosco quei luoghi: ho lavorato sei mesi nell’ultimo manicomio. E’ passato da vecchio manicomio a clinica manicomiale. Cinquant’anni di lager tollerati da tutti noi: l’ex martellona, Guidonia. Quei tic e quei silenzi me li sono presi nella coscienza senza riuscire a fare nulla; ma solo facendomi sbattere fuori come il peggiore degli educatori. Prima lisciato e poi cacciato. Tant’è, quel dolore aleggia in me ma, soprattutto, sulle storie di quei poveri cristi che sono là dentro. Che stavano nel film “pecora nera”; e tutti quelli che ci sono cascati dentro negli anni, in quei tristi posti che rappresentano un nazismo bonario coi camici bianchi, lindi.
Al termine un confronto tra Nanni Moretti e Ascanio Celestini. Il pubblico di fronte con le domande. Il regista di Morena anche se prolisso dice cose molto interessanti, attraverso una parlantina semplice semplice, educata educata. Con il suo peso ideologico ingombrante, riesce a stare dentro la realtà delle cose. Non urla né strizza gli occhi: ci lascia con le nostre teste immersi in questa storia intensa. Concreto, così come lui stesso ha definito la rappresentazione che vuole mostrare con la sua arte. Nanni Moretti un po’ ingrassato rideva e sonnecchiava, come un padre che sa accogliere tutti i suoi numerosi figli. Ognuno diverso, ma tutti dentro la storia. Del cinema. Italiano.
E mi ricordo di quando alla prima edizione di “Bimbi belli”, con Enrica col pancione pieno di Lorenzo, ed io esagerato nel godermi ogni singola battuta: film e dibattito senza soluzione di continuità. Ma come stavo bene. Com’eravamo belli. Bimbi.


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