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giovedì 28 luglio 2011

Martina - Baustelle


La mia dottoressa ha gli occhi chiari e scarpe comode ai piedi. La mia dottoressa scorre le analisi e annuisce stanca: la giornata è stata lunga e monotona. Caspita, dottoressa, il mio futuro s’intreccia al suo come il glicine alle ringhiere del mio balconcino; si aspetta vita dall’alto, e lei sbadiglia senza meraviglia?
Se rimanessimo sull’isola da soli, lei mi direbbe soltanto: tutto a posto, a presto. Dottoressa con lei non scapperei mai in Messico e neppure a Urbino. Resti in questa quadrata stanza poco luminosa. Resti per me. Ho ancora tanti gettoni da usare per le giostre. Dottoressa qui c’è solo da sfoltire pensieri aggrovigliati alla parete; niente tagli recisi, in questi giorni voglio rifinire il mio morale con belle canzonette leggere, come la mia mano su di te.

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