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giovedì 15 settembre 2011

Che continui a barcollare questa sedia dove cerco di fermarmi. Che resti annebbiata la mia vista dalle mille paure che si parano davanti agli occhi in certe mattine fredde. Non importa, qui quel che vale è davanti alla porta: non lo lascio entrare per paura di morire. Sì, qui se tutto si aggiusta rischia di diventare letale per le mie ossa. Lasciamo barcollare tutto in questa stanza incompiuta che necessità di mani decise e braccia salde. Non sono io. Non sei tu. In queste notti sogni bizzarri di baci e addii.
Poi ci sono quelle persone che parlano una lingua insopportabile: di decadenza masticata male. Ma finitela! Vi regalo tutte le mie sedie impagliate d'illusioni, ma state lontano da me; saccheggiate le mie idee e ingoiate le mie migliori battute, ma andate via.
Poi ci sono altre persone che ti abbracciano cogli occhi appena possono.
Come non sopporto quelle persone che non rispondono quasi mai col tono che desidero ai miei messaggi.
Che tristezza questo correre dietro al tempo senza riuscire a dirsi un ciao come si deve.

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