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mercoledì 25 gennaio 2012

raschiando


Uso la tazza verde tisana come arma per ricucire l’anima; be’, un buon inizio. Non c’entra però con me, oggi non c’entra. Devo raschiare parole sensate per la mia storia.
 Se guadagnassi duemila euro al mese, e così facendo vedessi poco o niente i miei figli, allora sarebbe pure peggio. Di stare coi soldi contati ogni notte, ogni mattina,  in macchina e tra gli amici. Sì, facendo i conti fino in fondo, fino alle viscere dei pensieri, mi viene da dire che giocare alla lotta, imitare e inventare personaggi, pettinare il grande e farsi il bagno col piccolo, tengono alto il mio umore. E che non conta?
Quelle poche volte che non li ho visti per l’intero giorno, e sapendo che non dipendeva dalla mia volontà, be’, quelle volte mi sono intristito; allora, questa miserabile condizione, la lascio volentieri a te che accumuli soldi e dolori, e gli uni sono il prodotto degli altri.
Ieri a caterpillar, su radiodue, un camionista col tono malinconico diceva proprio questo: sto fuori tutto il giorno, non vedo i figli, e guadagno duemiladuecentoeuro. Vabbè, questo lavora su e giù per l’Italia, e magari non sopporta la moglie, così stare fuori di casa non è poi tutto il male del mondo. Tra il camionista malinconico e me, che guadagno la metà del suo stipendio, assegni e detrazioni inclusi, ci sono altri uomini che non sanno di me né della sua malinconia: questi vedono solo il lucido sulle punte delle loro scarpe. Meno male che vedo i miei figli tutti i giorni, il loro crescere sorprendente e irripetibile. La crisi per me sarebbe anche non vederli, non raccontarli ora. A me però non invitano a ballarò, e neppure sono tra le statistiche o apro i tiggì. No, quelli come me stanno nel silenzio della propria dignità, in case comprate a fatica. Siamo a distanza di sicurezza dai vecchi guai familiari, dalle tragedie scansate all’ultimo minuto: noi che precipitiamo nella mediocrità tentatrice, senza occhi da salutare.
Ma non basta. Vorrei guadagnare il necessario per raccontare meno bugie riguardo a strategie per posticipare acquisti o che. E sgobbare di nuovo con la passione nei polmoni; che venga fuori il meglio di me per qualche anno, come navicella impazzita che mostri un lato (finora) oscuro, tanto atteso da te. Ma non c’è. E non ci sarà mai.
Ci resta viaggiare come luridi vecchi sognanti, senza rughe e senza pieghe, cantando.

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