Ti svegli all’alba e scopri la
fortuna di avere occhi e facce intorno da amare. E non è poco. Lo sarà sempre,
e stavolta l’infinito ti appare amico e vuoi dirlo anche all’asfalto o ai
tombini, che in fila aspettano il giorno. Le foglie secche stanno per essere
spazzate per far posto all’erba fresca e neonata. Qualche cartaccia ancora sopravvive
intrecciata ai bordi tra l’erba più alta. Tra poco la sinfonia dell’irrigazione
automatica coprirà ogni rumore fuori luogo e le lumache faranno la solita
doccia a gratis. Qui da noi basta essere per avere qualcosa. Niente di
esagerato né di speciale, solo un riconoscimento dei tuoi soliti passi e delle
tue chiare intenzioni.
Sappi che tutto il tempo è presente,
e anche se tu leghi di più con l’imperfetto
ma non è detto che sia quello: oramai racconti alla rinfusa sono banditi e vuoi
solo armonie inedite.
Ci vorrebbe un bel libro o un albero
coi frutti succosi, senz’altro una strada da calpestare con dolcezza; un mare
piatto d’incognite che pendono un po’nascoste
come cozze agli scogli.
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