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sabato 28 luglio 2012

lode alle lumache


Ti svegli all’alba e scopri la fortuna di avere occhi e facce intorno da amare. E non è poco. Lo sarà sempre, e stavolta l’infinito ti appare amico e vuoi dirlo anche all’asfalto o ai tombini, che in fila aspettano il giorno. Le foglie secche stanno per essere spazzate per far posto all’erba fresca e neonata. Qualche cartaccia ancora sopravvive intrecciata ai bordi tra l’erba più alta. Tra poco la sinfonia dell’irrigazione automatica coprirà ogni rumore fuori luogo e le lumache faranno la solita doccia a gratis. Qui da noi basta essere per avere qualcosa. Niente di esagerato né di speciale, solo un riconoscimento dei tuoi soliti passi e delle tue chiare intenzioni.

Sappi che tutto il tempo è presente, e anche se tu leghi di più con  l’imperfetto ma non è detto che sia quello: oramai racconti alla rinfusa sono banditi e vuoi solo armonie inedite.

Ci vorrebbe un bel libro o un albero coi frutti succosi, senz’altro una strada da calpestare con dolcezza; un mare piatto d’incognite che pendono un po’nascoste  come cozze agli scogli.

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