Se ne rimane a casa da sola. Con le
zanzare divertite a punzecchiarla. Il chiacchiericcio insopportabile della
spiona di turno, forse le farebbe quasi piacere. I cani abbaiano più del solito
e il libro della Munro pende dal tavolino, quasi inconsapevole. Come lo è
l’amore mozzato da una scelta assurda: scontare la pena di non aver fatto
quella necessaria, di scelta. Ma come pensavi che finisse, che venivano a
chiederti scusa in groppa al mulo? Pensaci, hai anticipato gli eventi e
collassato le illusioni un minuto prima della loro resa. Al più forte. Al
potere che guizza come piranha travestito da merluzzo, sulle acque poco chete
della tua realtà. Ombrosa e solare realtà che accoglie ogni cosa, ogni
delinquente simpatico, pur di esserci.
Maledizione!
Desideri ora rimbalzare tra i viali
marini evitando i Tamerici che allegramente ne disegnano la bellezza; quei
viali che facevi di corsa in bicicletta per acchiappare Giacomo o Gianni, e
loro ghignavano sicuri della loro forza. Tu non piangevi e tiravi su il muco per
non perdere tempo e continuare la rincorsa. Per poi aspettare la notte per
disperarti, e tirando fuori l’inadeguatezza di sempre che diventava disprezzo
per la tua famiglia; questo al riparo dagli sguardi dei tuoi amici e di tua
madre. Ecco, quelle notti ritornano reali e concrete in questi giorni come se
nulla fosse.
I tuoi anni schiacciati da suole
pregiate, da persone che, sul limitare della decenza, tra il poco e il nulla,
stanno applaudendo il prossimo buffone da corteggiare.
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