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martedì 2 luglio 2013

tutti al mare!


In questi ultimi cinque anni i miei figli hanno quasi raddoppiato il peso, e sviluppato il senso dell’humour ben oltre la media europea, considerando però la categoria senior. Mia moglie è diventata più bella, e io non ho cambiato lavoro. Sì, ne ho aggiunto qualcuno strada facendo per integrare soldi e autostima: ho proposto (e realizzato) progetti per l’infanzia.  Cinque anni fa ho cambiato ambiente lavorativo, sono passato dai servizi alle persone con disabilità, a educatore di asilo nido. La vera sorpresa, dopo un primo anno d’incertezze, è stato scoprire di non voler più tornare a fare l’educatore di prima. Piuttosto vado a lavare le auto di notte, bofonchiavo sempre di notte, quelle insonni e piene di dilemmi. Dico così, ma, in fondo, il problema è che non riesco a tornare (quasi mai) sui miei passi. Addirittura nel frattempo ho fatto il coordinatore in pectore, poi, quando c’era da ufficializzare l’incarico, mi sono ritrovato nella classica situazione italiana: favoritismi - opacità padronale - zero investimenti. Sono rimasto per quasi un anno incazzato nero. Poi è passata. Così quest’anno, ragionandoci su, sempre tra l'insonnia e l'illuminazione, ho capito che nei prossimi cinque anni vorrei lavorare altrove. Lo confesso.

In questi cinque anni ho conosciuto belle persone, e smesso di frequentarne di brutte. Non sono andato a Parigi né a Londra, figuriamoci a New York. Ho girato un po’ l’Italia, e mi sono innamorato di Genova. E di certi paesaggi siciliani, e di alcune colline campane. Ho divorato, spaventatomi nei primi trenta secondi, il polipo crudo. Ho abitato undici giorni a Stoccarda, con fervore teutonico e curiosità mediterranea.

In questi ultimi cinque anni ho vaneggiato poco, sia svolte epocali che fughe in campagna o a Bologna, e stronzate del genere. Ho scritto un paio di progetti niente male, e per capire com’è finita torna alla voce zero investimenti. Poi ho scritto cose sparse qua e , senza sfarinare l’autobiografismo; ho frullato il più possibile, seguendo le indicazioni di Antonio Pascale, quindi fiction e biografia, preferendo (finalmente!) soprattutto il primo ingrediente, quindi, più immaginazione e meno sentimentalismo. Poi ho scritto centinaia di post su questo blog, impegnandomi forsennatamente ma senza nessuna intenzione di intravederne un percorso, un corpo o una qualche velleità evidente (giuro!). Scrivevo con la voglia di scrivere, e alla fine, appoggiando con calma il mouse sul cotto del caminetto, stavo da dio. E tutti mi sorridevano. E la casa, il giardino e i bambini mi apparivano più autentici, meno pensati. Davo tutto quello che ribolliva nella testa e nelle vene alle tante parole che buttavo sullo schermo, come se sbucassero da un tubo d’irrigazione flessibile e colorato di blu.

Ora aspetto che i fiori sboccino da soli, e che le belle persone  continuino a sorridermi come si fa a un bimbo che sta cominciando a parlare.

 
Buone vacanze e cose belle a tutti quelli che frequentano davvero questo blog. Vabbè, anche agli altri, inclusi quelli della Corea.
 
bye bye
 
 
 
    Poesia di Raymond Carver 
  E hai ottenuto quello che
volevi da questa vita, nonostante tutto?
Sì.
E cos'è che volevi?
Potermi dire amato, sentirmi
amato sulla terra.

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