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mercoledì 4 gennaio 2012

cento mattoni


Certe musiche certi libri e certe sagge persone oggi si nascondevano : non è più il tempo delle belle bandiere né delle belle illusioni, oggi solo belle implosioni.
Aveva raggiunto una certa dose di saggezza: mattoni su mattoni in certe gelide mattine d’autunno; poi all’alba d’estate, quando sua moglie dormiva e i topi rientravano nei buchi neri. Lui chiudeva gli occhi, tratteneva il fiato e accendeva la macchina pensando già alla salita fino al paese. Poi scrutare tutte le facce al bar, sezionare i quotidiani e pagare il conto. Al ritorno la discesa pareva ripida e faceva rallentare il pensiero: l’alba alle spalle mostrava una lacrima. Infine un suono di letto in movimento e facce che riprendevano la forma di ieri, dell’amore e del terrore di essere ancora lì, nella luce di un rifugio che rimpicciolisce le speranze di giorno in giorno; come certi display che fanno il conto alla rovescia per la fine dei lavori. Lui non ha ancora finito nulla, lascia sempre le cose a metà, e lo scrive pure.

Nessuna penale amico mio, nessuna condanna amore mio, qui i giorni li hanno fatti  diventare grigi e i corpi flaccidi, ma adesso siamo già in sella alla vespa che ci ha fatto cadere prima della curva di anni fa. Eccoci noi a terra a ridere come ragazzi e la vespa piegata che sbuffa qualcosa pure lei.

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