Mi gonfio il petto d’aria e giro un
po’ su me stesso: là ci sei tu, che ghigni come solo tu sai fare. L’arte comica
che si dedica alla vita, e lascia intravedere destini impossibili: donne ottuse
che portano a spasso uomini tristi, e noi dentro al guard rail a proteggerci
simulando gli oleandri velenosi. E non ho ancora mai letto Sandro Veronesi, nè D.F.W.,
come mai? Domani lo chiedo al mio amico, stasera mi sogno il mio incubo. Ma
prima devo raccontare una storiella nuova ai miei figli: l’altra sera un
successone! Al punto che il grande, dopo che gli avevo detto che da piccolo d’estate
giocavo a pallone anche la sera, mi fa: beato te, a me mia madre lascia uscire
solo un quarto d’ora…che poi sarebbe mia moglie, ma in quel momento era davvero solo la madre di mio figlio, che
in quel momento era davvero un mio
amico. E’ stata la miglior soddisfazione degli ultimi mesi, quella di essere
riuscito a coinvolgere per bene qualcuno nelle mie storie. Il resto è quasi inenarrabile
al presente.
Devo stare calmo e aspettare la primavera,
così mi hanno lasciato credere i miei amici. A me quello che dicono gli amici resta
sempre impresso nella mente; vorrei stare pure nella loro bocca, mentre tirano
fuori certe frasi tutte per me. Stare nelle bocche degli altri mi piace assai,
lo ammetto. Per questo che invio centinaia di mail al mese, e sembro l’ultimo
dei moicani, visto che gli altri stanno quasi tutti su facebook, e ti
rispondono ogni tanto, quando c’è il sole o hanno appena fatto l’amore. Vabbè, in
fondo fanno bene a trafficare, uno mica può star sempre a preferire il rumore
del mare. Eh!
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