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martedì 21 febbraio 2012

trafficare




Mi gonfio il petto d’aria e giro un po’ su me stesso: là ci sei tu, che ghigni come solo tu sai fare. L’arte comica che si dedica alla vita, e lascia intravedere destini impossibili: donne ottuse che portano a spasso uomini tristi, e noi dentro al guard rail a proteggerci simulando gli oleandri velenosi. E non ho ancora mai letto Sandro Veronesi, nè D.F.W., come mai? Domani lo chiedo al mio amico, stasera mi sogno il mio incubo. Ma prima devo raccontare una storiella nuova ai miei figli: l’altra sera un successone! Al punto che il grande, dopo che gli avevo detto che da piccolo d’estate giocavo a pallone anche la sera, mi fa: beato te, a me mia madre lascia uscire solo un quarto d’ora…che poi sarebbe mia moglie, ma in quel momento era davvero solo la madre di mio figlio, che in quel momento era davvero un mio amico. E’ stata la miglior soddisfazione degli ultimi mesi, quella di essere riuscito a coinvolgere per bene qualcuno nelle mie storie. Il resto è quasi inenarrabile al presente.
Devo stare calmo e aspettare la primavera, così mi hanno lasciato credere i miei amici. A me quello che dicono gli amici resta sempre impresso nella mente; vorrei stare pure nella loro bocca, mentre tirano fuori certe frasi tutte per me. Stare nelle bocche degli altri mi piace assai, lo ammetto. Per questo che invio centinaia di mail al mese, e sembro l’ultimo dei moicani, visto che gli altri stanno quasi tutti su facebook, e ti rispondono ogni tanto, quando c’è il sole o hanno appena fatto l’amore. Vabbè, in fondo fanno bene a trafficare, uno mica può star sempre a preferire il rumore del mare. Eh!

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