In questi giorni sono innamorato. Il mio
oggetto d’amore è pieno di colori luci parole. Non mi sente, sicuramente non è
corrisposto, ma mi segue ogni volta che mi sposto. Sono un suo sottoposto, e
tremo quando qualcuno capta qualche indizio intorno alla mia faccia. Sta con me
già al mattino, nei pensieri bianchi, poi la sera mi circonda nella stanza di
seta. Ha ragione Giovanchelli: sbiadita la cosa che ho scritto. Embè, si sa che
la bellezza paralizza: Chiara Valerio l’ha detto dieci volte in una serata
libresca. Da allora l’ho sperimentato spesso. Insomma, vivo nella trappola dell’incantamento,
e non ne voglio uscire prima della fine della Quaresima. Eh! Io quando mi fisso
precipito a occhi chiusi nell’ossessione dolciastra e profonda. Gli amici mi
tollerano come si tollerano i lavavetri al semaforo: prima o poi scatterà il
verde. Non ho spicci intanto, ma un sorriso ipocrita inutile, sì. Per lui
soprattutto.
disegno di Bruno Schulz |
Vabbè faccio coming out: sono innamorato dei
racconti di Bruno Schulz. Galeotto fu il libro “Bruno”, scritto da Nadia
Terranova e disegnato da Ofra Amit. Non ne esco. Poi Claudio mi ha coinvolto e
che faccio, mi tiro indietro? Non credo, oramai mi sono caricato sulle spalle
la storia di Bruno e devo continuare a portarmelo dietro, a lavoro o nelle case
degli amici – quando il semaforo è arancione e tutto passa – o nella sala d’attesa
del medico. La schiena in questi giorni è indolenzita da tanto sforzo umano. Ma
sono contento; io, quando m’innamoro, non me lo tengo solo per me, invece lo
diffondo come si fa quando si annunciano i primi passi dei figli o le
gravidanze inaspettate delle amiche.
Se tra quei quattro che leggeranno
questo post ci sia qualcuno disposto a tirare fuori impressioni sulle cose
scritte da Schulz, sarà il benvenuto.
2 commenti:
Ma io non ho letto nulla di Schulz!
sbrigati a farlo caro mio!
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