Ti sei fatto una testa enorme di
bolle e ossessioni: sei tu il mostro, gli altri sembrano zombie, e non sanno
bene cosa sono. Sei come un temporale estivo, improvviso e spaventoso, poi
passi e sei quasi salvifico per chi resta. Per chi sa usare sempre bene
l’ombrello, nella direzione giusta dei propri interessi. Non come tua madre che
piange un’ora sì e un’ora no, tra risvegli e piccole morti quotidiane. Hai
paura della morte, me l’hai confessato, e si vede nei tuoi occhi lucidi quando
la sera, mentre tutti dormono, spalle alla tivvù accesa, guardi il palazzo di
fronte fino all’ultima finestra illuminata o aperta. Poi piangi.
Stai per partire verso la solita
isola delle fughe, dove il respiro sa di aria fresca, e la sera riesci a tenere
un intero gruppo davanti al tuo teatro che
non delude mai. Le donne ti tengono d’occhio, e sperano in sguardi pieni. Tu
abbracci tutti e corri verso la scogliera da solo, prima che l’ultima stella
cada. Così quella sera di luglio, era l’ottantanove, il caldo faceva
appiccicare le magliette alla pelle, e Anna aspettava il bacio. Chissà cosa aspetta ora Anna nel centro di Caserta, o in
un ufficio a Mantova, o a Napoli sul lungomare di Chiaia. Di certo non a te, e
alla tua insopportabile timidezza ad oltranza, nemmeno fossi un devoto della
madonna. Niente sarebbe cambiato, ora staresti con le mani nervose lo stesso,
davanti agli amici sbigottiti dalle tue scelte improvvise, senza paura, ma con
lo spavento tra i denti.
Fallo per loro, i tuoi gioielli
cogl’occhi belli, che stanno crescendo proprio bene. Che non c’entrano con le
tue scelte. Che si aspettano il meglio da te. Che ti adorano come si adora una
stella del cinema. Ché stanno tra il sogno e il futuro, e poche incertezze su
di te. Aspetta un attimo, non distruggere il mondo che ti sei costruito intorno
alla tua formidabile sensibilità; che ora si ribella e usa, maldestramente,
colpi di fogna come una carogna. Nessuno si mette paura, pensaci caro mio, e
pensa alle brutte persone che ti verranno a trovare nel sonno se non la smetti
di frequentarle coi tuoi pensieri quotidiani: i tuoi pensieri vogliono tornare
alla tenerezza dei tuoi pomeriggi.
Ti voglio bene, aspetta un attimo.
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