La protagonista de”il ponte galleggiante”, si perde con consapevole convinzione, tra granoturco e itinerari di adolescenti innamorati, anche per sentire la scossa che ogni tanto la vita ci concede, bloccando ogni ombra cupa che tormenta le nostre notti. Questo se si sceglie di lasciarsi andare verso percorsi aperti a sensazioni rischiose, per la nostra fragile stabilità stagionale.
Quelle ortiche che si ritrovano addosso i due protagonisti, poco prima della fine del racconto omonimo, ci lasciano quell’amara sensazione che la cronologia dei nostri sentimenti è scollegata dalla realtà, quasi sempre. In questa storia senz’altro, così facendo ci sbarra la strada a ogni mielosa conclusione ma, produce, inevitabilmente, una fine all’altezza della complessità dei personaggi. E noi siamo contenti lo stesso nell’aver partecipato con la nostra commozione, e spinti da autentica curiosità, ad assaporare i delicati movimenti di queste persone interessanti, che abitano i racconti.
Questi racconti sono pronti per ogni destinazione che preveda condivisione, lasciando alle spalle ogni inutile tragedia consueta. Spingono verso riflessioni leggere da fare al riparo del chiasso. Infine vivere – il più possibile lontano dall’ovvio che ci sovrasta ogni santo giorno - con intensità ogni minimo segnale di cambiamento.
Alice Munro. Il ponte galleggiante. Le ortiche.
Racconti d’autore. Il sole24oreIl ponte galleggiante. Le ortiche. | 24letture#more-1460
2 commenti:
Io penso che prima o poi scriverò un libro sulle ortiche. Credo che dall'ortica ci sia da imparare: punge e cura.
:) A presto,
Giovanna
punge e cura, non male questa.
ciao, e grazie per l'attenzione.
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