Aveva sognato di un amico, di polvere
da sparo e di morte. Si è alzato presto, era buio freddo, solo il gatto che già
trafficava d’unghie e fantasmi.
Appena lucido corre a leggere le
mail, e accende il cellulare. Tutto a posto.
Fuori non c’era nemmeno il ghiaccio; fluido scorre e con lui l’auto verso il lavoro. Il cielo, sopra i suoi occhi,
un’enorme tovaglia natalizia. L’asfalto era blu e specchiava ogni paura
consumata.
Ogni cosa a suo posto, ogni bimbo col
proprio cappotto.
Ride tutta la mattina e diffonde
simpatia che nemmeno da Crozza. Tutti devono stringerlo nella testa e nel
cuore; nessuna indifferenza oggi, per carità.
Scoccano le tredici e fuggono tutti i
timori di catastrofi. Nessuno ha pianto per niente. I bimbi ridono nel sonno
quando pensano di lui. E’ una smorfia, e basta appena per renderlo sereno e
forte nel giorno più stretto dell’anno.
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