Undici anni e i capelli non li vuoi
tagliare. Sei sensibile almeno quanto la somma di ieri e oggi con tutto l’amore
tra tua madre e me.
Non avere paura e scaccia le mosche
dispettose. Prenditi l’aria che c’è, i suoni e le parole sincere. Ama fino a
notte fonda come me, per poi aspettare il velo azzurrino del mattino che copre il tuo
corpo fino al risveglio. Impara i silenzi necessari e urla contro gli ipocriti.
Fa quello che credi e senti, e lascia
stare le inutili tradizioni.
Insomma, non ascoltarmi oggi se vuoi,
ma cerca di sentirmi domani.
Undici anni fa mentre esplodevo di
felicità, ho scritto ‘sta cosa qua:
Davvero compare, come pietra
preziosa e un po’ misteriosa, un essere rosa, già tranquillo d’amore mostra i
segni di esso: occhi verso gioie sconosciute, a chi pretende amore senza
sacrificio d’attesa. Oggi un battito forte e inquietante percorre la notte, di
chi come me dorme distratto da niente, poiché il giorno sapeva di vuoto. Non
posso piangere la gioia che verrà, oggi non posso che vedere un corpo tenero di
carne che si appoggia a un braccio vecchio di sogni. La notte sta chiudendo un
giorno indimenticabilmente felice: concedo una tregua al mio stupore d’amore
per te, Lorenzo, protagonista di un giorno che davvero compare…02/07/2001
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