Oggi festeggio un anno dalla
fregatura più grottesca e spietata che mi sia mai capitata in vita, incubi esclusi.
E che fa? Niente, perché tanto niente cambia se faccio. Questo potrei dire se
fossi una persona conformista e vagamente di sinistra. Invece io, a dispetto di
quel che sembra, sono sì libertario nei movimenti, ribelle negli aggiustamenti
e moderato di temperamento (ma poi, cosa sembro?); alla fine però se mi rompi o freghi mica ti lascio fare. Eh!
Allora scatta quello sbrocco che
tanto ha caratterizzato la mia vita lavorativa. In fondo ognuno fa politica
come crede: c’è chi chiacchiera e dichiara guerra tutte le sere al mondo
sprofondando sul divano e chi, magari, si inserisce in gruppetti puri e duri e
pensa di stare all’avanguardia del meglio, ogni santa mattina. Beati voi. Vi
voglio venire a trovare a uno a uno nei vostri posti di lavoro, o tra le vostre
reticolanti famiglie. Ho scelto, già da giovanissimo, di affidarmi al mio fiuto
sociale e alla mia fedele sensibilità. Quasi sempre c’ho preso. Altre volte
sono caduto dentro me stesso, come in un vortice mi sono lasciato risucchiare
dal buco nero; altre volte ancora sono entrato in crisi e poi scappato verso
lidi più caldi. Non mi pento caro mio, vorrei solo aver imparato a riderne con
tutti i denti splendenti in mostra: la mia prima linea combattiva e convinta,
tra canini e sorrisi.
Lasciamo stare ché in questi giorni
sono sereno al punto giusto e non voglio precipitare nel gorgo fascinoso,
sempre pronto per noi vecchi nevrotici. Stavolta mi godo gli interstizi tra l’amore
e la noia, e per dare un segnale alla popolazione fremente mi zittisco e
prometto che il prossimo post sarà solo di risate e porcate.
Ascoltate questo bel pezzo d'amore.
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