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lunedì 24 ottobre 2011

finitela!


Sono sdraiato e guardo il tuo vestito. Mi piace, così come adoro il tuo profumo dolciastro che impiglia i miei sensi. Le mani, queste mani nervose e lunghe, che aspettano la tua liscia pelle bambina. Sì, sto pensando a un ragazzo che si trova ancora dentro la botte delle occasioni: ognuna ancora nel suo bozzolo illuminato. Già, questo prato d’illusioni gialle. Guarda: quell’uomo è vecchio stanco e puzza. La sua storia precipita nel burrone, su resta una carcassa che scappa via, sparisce dallo scherno del paese.
Un bambino col maglione giallo goffo corre verso la cinepresa, mi sa che ha appena segnato un goal, mi sa di rivederlo presto. Hai visto? Quelle cosce lisce che seguono un corpo nudo e disinvolto, dentro questo quadro iperrealista, che vuole farsi vedere da te.
Scivolano tutte le occasioni davanti alla mia porta di ferro. Scivolano le bambine sulle foglie umide del mattino. Tu sola ti gratti la testa e pensi a lui. Sta in Africa, nervoso e speranzoso di rivedere una ragazzina già pronta al peggio, già seduta in attesa.
Ma finitela, con le vostre urgenze vigliacche d’adulti. Scendete in strada con le vostre vergognose movenze violente. Fatevi vedere da noi, dai nostri figli e dalle nostre rabbie. Qualcuno deve insegnarvi che i diritti e i doveri vanno digeriti bene, e poi praticati ancora meglio; non vomitati insieme a tutto un mondo animale e contadino, che a noi non ci ha mai voluto. Mai.
Allora basta, statevene nelle vostre tragedie mute, e lasciateci soli dentro le nostre gialle attese.

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