Stavo a Milano per la fiera della
fotografia. Nella mia pensione diverse modelle e stilisti, visto che in città c’era
pure il salone della moda. La sera m’invitano a uscire con loro. Come mettiamo piede sul marciapiede:
“taxi; e io appresso a loro, di corsa. Si va ai navigli, il locale si chiama le
scimmie. Bello. Anche la zona non era male, mentre contemplo tocca scappare subito,
ché la modella austriaca non aveva voglia di restare lì. “Taxi”. E via verso una discoteca. Arriviamo,
e lo stilista tedesco mi dice subito che ci sarà una sorpresa. Azz, penso. Quasi
nessuno balla, ognuno guarda oltre il proprio vicino che, evidentemente, gli fa
un po’ pena. Visto che lo fanno tutti, diventa penoso. Ma questo lo penso oggi,
all’epoca galleggiavo speranzoso tra stangone e personaggi variopinti. C’è di
meglio da pescare. Da aspettare. Pensavo: c’è la sorpresa che aleggia. Barcollo per il locale con la mia tunica dark.
Vivevo ancora i postumi del periodo. Era l’ottantotto. Azz, e ancora mi ricordo
di ‘sti appendiabiti? Vabbè, allora provo a darmi un tono muovendomi con lo
sguardo atroce. Che poi era una timidezza che imbarazzava anche me; quando ci
pensavo, magari il giorno dopo, all’ennesima paralisi faccia-voce che sbattevo
addosso agli altri, alle ragazze soprattutto. Ma non sempre, sia chiaro. Insomma,
qua tutti guardano oltre. A un certo punto sbuca lo stilista di prima: ehi,
vieni, vieni, guarda chi ti presento. E chi mi presenta? Lo seguo verso il
centro della pista, due ali di folla si aprono. Lo stilista si eccita come un calamaro. Ecco, guarda. A chi? Ecco, è
Roberto Cavalli! Caspita, e chi è? ma l’ho solo pensato, infatti allungo subito
la mano col sorriso ebete. Giuro che non
avevo mai stretto la mano a un uomo truccato più di Michael Jackson, e che,
invece della mano, mi allunga un torsolo di zucchero filato con cinque dita. Mi
ha sciolto la mano! E che faccia, mi guardava come se avesse visto un carro
bestiame tagliargli la strada.
Da lì a poco lo stilista (quello del “prendi
il taxi e scappa”), stremato da cotanta emozione, mi dice: Ivone - la modella -
vuole tornare alla pensione, ché non sta tanto bene. Se, vabbè, andiamo va. Il giro
allo zoo safari è finito. Come arriviamo
sul marciapiede anticipo tutti: taxi!
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