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sabato 10 dicembre 2011

più liberi?


Eccolo appoggiato alla balaustra del piano superiore, mangia un panino con la frittata portato da casa. Si vergogna e allora si mette in un punto da dove lui vede quelli di sotto ma loro, da sotto, difficile che vedano lui; così indaffarati nel serpeggiare tra i mille stand della fiera. “Più libri, più liberi”, è il titolo che racchiude un motto troppo audace per questi tempi. Almeno per lui, col suo panino davanti alla balaustra. Le briciole cadono giù addosso alle belle persone che con posture da fiera, con quella serietà triste, addomesticano ogni riga dei libri lì presenti. Sotto controllo. Tutto deve essere sottoposto a controllo. Aveva ragione la scrittrice dell’undicesimo comandamento, che, con parole pensate bene, dichiara che la sua scrittura corrisponde al ritmo che la protagonista impone alla sua vita. E Vasta, intelligentemente, glielo aveva anticipato. Ma sì, in fondo, pensava, che  il commercio le pose le isterie sono surrogati umani di un mondo, la letteratura, che non è mai sazio, invece. La frittata, sì, questo panino lo faceva vedere povero. Disgraziato. Poco prima, durante un colloquio con Rachele della M.F., aveva percepito della pena che esprimeva la sua faccia gonfia di virus e stanchezza. Lei era stata gentile e disponibile nell’ascoltare la sua improbabile partecipazione al corso costoso e distante dal suo mondo reale.
Dopo si era aggirato come spettro tra i troppi stand con aria satura; neppure i gadget raccoglieva. Cercava facce, commesse accoglienti. Trova solo una del ministero che, alle prime parole, tira fuori tutta la burocrazia che poteva e che per fortuna si arresta alle sue unghie smaltate d’oro. Scappa evitando alcuni corridoi nemici, si ferma alla Fandango, che gli evoca tutto e niente. Al piano di sopra presentano il libro di una certa scrittrice esperta di rabbie femminili. Meno male, pulsanti di vita. Elena, si chiama. Poco prima, a proposito delle citazioni, aveva sfogliato il libro di poesie dell’adorato fiorentino. Vagine, culi, Zamboni, Penna, e tante fresche parole che come sempre lo sorprendono e gli danno una carica notevole. Pulsanti di vita. Appunto. Finisce il giorno che gli fa venire voglia di scrivere un racconto tutto nuovo.

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