Stasera scasso il mio cellulare,
tanto a cosa serve? anzi, me lo vendo a dieci euro, e saranno i primi soldi
accantonati per l’acquisto del mio nuovo stereo. Un fantastico stereo che possa
sedurmi ogni giorno, così da costringermi a casa ad ascoltare musica da sogno.
Lascio cadere tutte le illusioni sullo zerbino sfilacciato davanti alla porta.
Dentro io e un mondo da nuotare. Per favore lasciamo stare le nuvole, gli
uccelli le rime, la solitudine. Oggi lasciamo tutto fuori accanto agli alberi spogli, e tappiamoci in casa a immaginare
le nostre mamme da giovani, o gli amici lontani. Qui c’è storia che ingombra da
scaricare a mulinello nella bianca vasca da bagno. Nessuna tristezza gratis per
te, magari soltanto pianti come fontane ghiacciate, e quella statua bianca
diventi tu che non parli più. Domani sarò teppista per un minuto e scaglierò il
martello contro le tue labbra serrate; schegge che impazzano e fanno scappare i
soliti passanti: così i tuoi occhi si lasceranno asciugare dalle mie grandi
mani. Tutto intorno ferro e sciame che scompare.
Intanto una figura nera e morbida,
con una sagoma d’ombrello per cappello, corre via e il suo lento movimento,
quasi fermo, mi ricorda certi film francesi in bianco e nero, lontani e tristi
come certi pomeriggi.
Le facce belle le lascio alle pareti.
Le ore e i secondi aspettano i
minuti, come ora io aspetto qui pezzi di
me.
1 commento:
il mio stereo mi sta mollando,lo zerbino sfilacciato è,qualche martellata la darei volentieri...c'est moi!!dai prestami qualche cd nuovo che me l'ascolto in voiture
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