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mercoledì 14 marzo 2012

fiumani per voi


foto di francesca cervasi
Intervista di Peppe Stamegna a Federico Fiumani


Nel tuo ultimo “Niente di serio” ho notato un “sottile mutamento” riguardo ai temi trattati di solito dalle tue canzoni. Mi è sembrato che dalla poetica diretta del quotidiano, come nei rapporti con le donne, o con l’amicizia in genere, etc.. tu ti sia spostato verso riflessioni sullo scorrere del tempo. Come sempre utilizzando una lente sensibile sulla realtà, anche se stavolta mi pare con un minor coinvolgimento emotivo. Sbaglio?

Minor coinvolgimento emotivo non direi proprio, forse leggeri cambiamenti di stile dovuti al tempo che scorre. Ci sono pezzi sofferti e altri abbastanza ironici ma queste cose nei miei dischi ci sono sempre state.

Una mia amica mi ha fatto notare che in quest’ultimo lavoro c’è una produzione più corposa, condivido questa impressione, anche se credo che la forza dei tuoi pezzi migliori stia nella semplicità di raccontare i sentimenti, in tutta la sua gamma, includendo anche quelli più complicati e profondi. È cambiato qualcosa nel tuo modo di produrre negli ultimi tempi?

Sì, sta cambiando. Adesso mi diverto di più in studio di registrazione, sto imparando a usarlo meglio.
Credo che questo disco sia realizzato meglio dei suoi predecessori e sono contento del risultato
.

Nel tuo libro “Brindando coi demoni” tratti aspetti della tua vita intimi, quindi personali, e lo fai  mostrando una discreta dose di coraggio, a cui va aggiunto uno stile inedito;  sentivi questa urgenza di aggiungere qualcosa alla tua produzione di “solo canzoni”? questo te lo chiedo anche pensando a una dichiarazione di uno scrittore che dice che a volte, le belle canzoni, quelle più riuscite, spiegano meglio della letteratura i sentimenti.

Era il momento giusto per farlo, quel libro. Non è che si sia sovrapposto alle canzoni...le canzoni abbisognano di un lavoro interiore di cui magari non ti rendi neanche conto, nel libro mi sono limitato a raccontare degli episodi così come erano successi…usando pochissimi filtri.

Il tuo riconoscimento come autore genuino, indipendente, è stata una conquista o un’esigenza?

Diciamo tutti e due.

Quali sono gli scrittori italiani contemporanei che leggi volentieri?

Ho avuto un periodo in cui leggevo tantissimo, ora meno. Nel contempo mi sono rimesso ad ascoltare più dischi. Un libro fra gli ultimi, quello di Elena Stancanelli "L'uomo giusto" e quello di Emanuele Trevi "Qualcosa di scritto".

Di solito quando porto amici che non ti conoscono ai tuoi concerti, osservandoli durante la serata, noto stupore sulle loro facce. Anche se all’inizio lasciano intendere che il fatto di non riconoscerti in quanto personaggio famoso, li renda un po’ sospettosi. Poi succede che nei giorni seguenti mi chiedono di masterizzargli qualcosa. Ti accorgi durante l’esibizione di trasmettere qualcosa che rimane sospeso tra emozioni, stupori e sogni? E a te cosa rimane dentro dopo questi concerti?

Mi rimane dentro la sensazione di aver fatto la cosa giusta, perché io penso di essere uno che sul palco ci sa stare. Le reazioni positive della gente mi gasano, è ovvio.

Durante una tua intervista ti ho sentito dichiarare che il termine pop, legato al tuo ultimo disco, ti faceva piacere, o giù di lì. Ecco, ascoltando in anteprima “ Carta carbone” - bellissimo video- ho pensato “cazzo che bella svolta pop ha fatto Fiumani”, anche se l’ho fatto sottovoce.... In fondo, bisognerebbe dare il giusto significato alle parole. Per esempio, quando ti etichettano come artista new wave, ti ci riconosci oggi?

No, non più. Per fare la new wave bisogna avere un gruppo con tutti sulla stessa lunghezza d'onda a livello di gusti musicali e poi dovrei suonare solo la chitarra senza cantare perchè avrei bisogno di pensare solo a quello.

Una costante nelle tue canzoni sta nel descrivere il dolore in maniera asciutta per poi, spesso lo percepisco, trovare appigli esistenziali per riscattarsi, e per cercare vie di fuga. Credo che questo leitmotiv caratterizzi buona parte delle cose che hai scritto e ti rende originale nella scena italiana, che tipo di ricerca c’è dietro?

Se si percepisce questo mi fa piacere, in fondo che cos'è fare arte ? Riuscire a trasformare le cose che succedono in un valore.

Una mattina ti svegli e puoi decidere quale artista essere per quel giorno, quale ti piacerebbe incarnare?

Paolo Conte.

Progetti futuri?

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