Me ne stavo tutto il tempo a guardare
le sue canzoni, sì, avete capito bene. La mattina, nell’inverno dell’ottanta,
in fila per andare in bagno, mi guardavo le sue canzoni. E vedevo ballare il
ballerino. Poi mia sorella mi diceva che se non mi sbrigavo…e allora mi
sbrigavo, e in un lampo, stavo già sulla via della scuola. Una volta arrivato
lì, senza farlo vedere a nessuno, mi guardavo di nuovo tutte le canzoni che
stavano chiuse dentro la musicassetta rossa. Non lo dicevo a nessuno dei miei
amici che guardavo le canzoni, e, forse, è la prima volta che lo dico. Questo
perché stamattina in fila, stavolta in auto dietro ad altre centinaia di
persone in auto, e nessun suono dolce a dire “sbrigati”, proprio stamattina mi
sono rimesso a guardare le sue canzoni.
Da tempo che non lo facevo, stavolta
poi avevo altre immagini di piazze grandi e piene, occhi di lacrime, e ritratti
più o meno azzeccati e sinceri. Fa niente dai, io conservo il mio dentro quella
cassetta rossa, quella con lo zuccotto.
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