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giovedì 27 settembre 2012

niente sale stasera


Nell’ultimo post si avvertiva un sentore di morte, di vertigine per i declini intravisti, e di tutte le parole di sale non dette ma odorate, dal primo all’ultimo bit, che non avrei potuto scrivere altro; e poi tutti se n’erano andati a dormire, comprese le ragionevoli attese, le immancabili speranze. In realtà erano enormi e gonfie paure, visto che oggi poi ho trottato come un mulo e nella testa pensieri come di un fanciullo prima di tuffarsi in mare, nel mese di aprile ai primi caldi.


Antonio, capisci che la situazione non è poi così statica: tutto si muove, come in un vortice magari, da non lasciarci fermi neanche con le certezze nelle tasche. Mi viene voglia di fermare ogni cosa o battito, e vedere se le cose da sole cambiano e dove vanno a finire. Ma non ce la faccio, quindi, mi sdraio sull’asfalto e ascolto il rombo lontano come monito per scappare verso marciapiedi infiniti. Vedo parallele strade accompagnare i tuoi pensieri, coi tuoi preziosi consigli sui bordi per me. Sarò forte da non deviare all’improvviso o tuffarsi in qualche altro personaggio o idea, no, stavolta sarò saldo e luminoso nel captare ogni buona occasione per non sragionare dietro pensieri altrui. Starò notte e giorno con gli occhi sbarrati a osservare il mondo abbaiare. Così aspettare il momento giusto, tra latrati e paure, per tirare su le serrande abbassate della mia bottega di parole e colori.

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