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mercoledì 26 settembre 2012

occhi rossi


Guardavo quella bimba alla sua prima prova di danza, in una stanza quadrata di legno e specchi, e quasi mi veniva da piangere: una scossa di pensieri sui miei figli proiettati lontano da lì. Fuori dal mondo, da quello mio e da quello loro, che si spegnerà come tante altre meteore bizzarre di passaggio. Capito Raymond?  guardo una bimba incerta sulle sue gambe sopra a quel pavimento liscio, e mi vedo all’angolo accovacciato con gli occhi rossi e gonfi. Anche l’orologio alla parete andava avanti, e la musica forzava le porte e tutte le finestre. Fuori la Prenestina faceva già paura coi suoi motorini velenosi e spietati, che fanno apparire i pedoni degli scampati al tramonto, e nessuno che si dava la mano.

Caro amico mio io non ricordo quasi nulla. Perdo ogni memoria, desiderando che questa sottrazione porti davvero verso la timida leggerezza che amavo da bambino. Invece eccomi accovacciato con la barba incolta a immaginare Toronto, Carstairs e il dolce fango femminile che ne deriva. Le bimbe ballavano e io navigavo.

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