A me certi cattocomunisti stanno
proprio antipatici. Nel profondo, dico. Ma non voglio scrivere di loro, no,
troppo facile sarebbe oggi, con le nuvole grigie piene d’acqua sulla mia testa.
Doveva essere giornata d’olive e reti, panini da addentare sotto gli alberi
verdi. E invece. “Il Bidone”, di Fellini, mi ha addolorato e reso solo. Neanche
la dolcezza di mia moglie bastava, né i saltelli di mio figlio o lo splendido
testo di quell’altro grande, su Formia, la casetta e tutti gli affetti di
questi anni. Che per me sono diventati anche di formazione montessoriana, di
lotte brutali contro il potere, vero o immaginario. Di solitudine barattata su
twitter, e questo blog. Che serve a me, non di certo al mio dolore. Di Fellini
voglio ancora vedere tutti i suoi film, anche quelli meno riusciti, ché là forse
si coglie il limite e quindi la bellezza dell’artista. Come per certe canzoni
che avresti voglia di aggiustare, se solo fossi tu l’autore, ma perché? In
fondo ai bordi delle strade i sassi coprono i fiori ma te li lascia sempre immaginare.
Io immagino voi davanti a queste parole inodori e provo un brivido per voi. Di
me, che fino all’altro ieri ero semianalfabeta e oggi volo di parole e
coraggio, beh, domani ci darò un taglio. E ricomincio con la formazione
montessoriana, per berla, sgasata da ogni facile esaltazione, così come si
beve l’acqua alle fontanelle di città afose. Ricominciare a pensare in piccolo,
e nel farlo aspettare il mattino con le sue colorate misurazioni. Acciuffare la
mia sensibilità ragionevole. Riscrivere meglio.
Autonomia-libertà-condivisione, per
me queste tre parole legate mostrano un manifesto programmatico da attaccare a
ogni angolo del mondo. Ai bambini non lo dite, ma creategli le condizioni per
vivere di poco e sognare tutto il resto.
Queste parole amare di dieci minuti
fa mi sono uscite fuori come ieri sbucavano improvvise le teste delle persone al
passaggio dei bambini, con i loro ”dolcetti o scherzetti”; erano teste
sorridenti di spavento, che alle loro spalle lasciavano intravedere il set della
loro storia fatta di salotto comune dalle pareti sgargianti e sgombre di
presente. A me le loro caramelle sembrano scadute da un pezzo, tenute apposta nel
cassetto per illudere anche quest’anno quei bimbi eccitati sull’uscio. Vi perdono,
perché oggi non voglio odiare nessuno. E illudermi ancora.
1 commento:
https://www.youtube.com/watch?v=prBqm9p0vH8
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