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martedì 4 settembre 2012

Alla ricerca del personaggio perduto


C’era il personaggio c’era. Stava dietro la sua gonna, e cercava l’odore. Quello denso e vivo utile a tirare fuori il carattere. I contorni netti. Poche scene, quelle necessarie a far muovere le sue gambe in groppa ai propri sentimenti: un passo irresistibile.

Ti dico che c’era il personaggio e nuotava a largo, intorno alla boa, lontano dagli scogli. Poi una barca lo fa salire e lui si tuffa con stile accennato. Ancora si tuffa, e prende l’aria, quella a filo d’acqua che contiene brodo, o sapore, di un mondo profondo e ignoto. Sopra la sua nuca bagnata e salata un cielo blu senza nuvole. Intorno tutto aperto, troppo aperto ché fa vedere la morte in fondo. Ma lui non ci sta e vuota il sacco: una serie di sfumature sulle sue incapacità e di amori impossibili appena accennati, nei suoi giorni normali.

Insomma, c’è quel mostro che scalda i muscoli e spacca specchi, in bettole di campagna, nelle camerette dell’adolescenza già distrutte a colpi di bastonate, nelle notti d’angoscia. Davanti a un seno da succhiare. Un gatto da accarezzare.

 
Il personaggio sta nei nostri occhi, caro Andrea, e vuole scappare con tutto il tesoro.

Ora mi sdraio sul letto e gli faccio lo sgambetto, intanto uno della casa va al gabinetto. Adoro queste scene quotidiane, mentre sogno altre meridiane.

 

1 commento:

Capitan vongola ha detto...

c'era, ma gli abbiam fatto lo sgambetto, e adesso è putrefatto sott'al letto!