Cala il gelo quando diciamo chi
siamo. Io col mio inadeguato e barcollante stare al mondo e tu, sereno, col tuo
attaccamento agli affari che contano. Ma tu sei buono, lo so, e ti voglio bene,
lo sai, ma questa fratellanza non può più durare in questa fetta di storia di
abbondanza maledetta che stiamo vivendo. A me tocca di continuare a starmene
tra le pieghe sentimentali dei giorni e a te in quelle che condizionano la
realtà, e che decidono, e che armano i nostri giorni futuri. Il presente ci
rende uguali, fratelli, ma non lo siamo. Ammettiamolo! cazzo, ammettiamolo. In
questi anni mi sono fatto pressare dai sensi di colpa di una famiglia fragile,
e così lo Stato, il sistema, e alcune decine di cooperative sociali, mi hanno
lasciato espiare tenendo a bada delinquenti e adorabili pazzi. A volte anche bimbi
molto più sfortunati di noi, oltre alla indefessa assistenza di anime sensibili
in preda a crolli ciclici. Pensavo di essere forte e unico, nel mio settore e
tra gli amici. All’improvviso un vento glaciale ha spettinato tutte le mie
velleità, e sono rimasto seduto ore e ore sul gradino di marmo: fuori il grigio
mangiava il blu, e gli uccellini anticipavano la migrazione esotica.
Ci sono stati giorni di sbandate
emotive fatte di conati e arrabbiature. Qualcuno mi ha abbracciato e altri
scacciato con eleganza contemporanea: vai dallo psicologo! E ci sono andato, e
ora sono tornato nel traffico delle parole, soldi, amici, vino e votiamo
Vendola, così giochiamo bene il nostro ruolo di guardiani del giusto. Bah,
intanto oggi mi sono visto un film che mi ha schiaffato in faccia la realtà che
ci giostra da anni da renderci quasi tutti piccoli piccoli ogni mattino, sotto
pensiline minuscole e la pioggia a vento che ci inzuppa; e noi subito a
scriverci poesie su, per far arrivare il bus in ritardo, che si sa che il
romanticismo rallenta ogni movimento. Ci resta il piacere dei corpi freschi che
ancora sentiamo addosso, e tanta legna da ardere per stordire dentro serate
ventilate nelle nostre strette e immense case.
Venendo a scrivere al piccì mi sono
staccato dagli affetti, credo che ogni vera scelta debba seguire quest’andamento
rinunciatario. Ecco, io non cambierò mai. E vincerò lo stesso. Scrivendo di me
e di te, che siamo stati belli anche senza trucchi.
Nessun commento:
Posta un commento