Cercavo parole per la mia crisi con gli amici di sempre, e le ho trovate
fresche e luminose. Cercavo frasi per approfondire meglio dell'amore e delle
incomprensioni con mia moglie, e stavano là distese ad aspettarmi. Soffrivo
l'assenza di confronto per capire le ragioni e le ribellioni di mio figlio
adolescente, ed eccole spiegate senza disperazione. Cercavo una spinta per la
mia vocazione, il mio mestiere, l'amore per la mia storia, e oplà, d'improvviso
mi sento sollevato di non aver sperperato la speranza di ottenerla ancora.

Natalia Ginzburg e la sua scrittura
leggera, superba e profonda, mi suggerisce di non esser troppo entusiasta, e
aspettare, in silenzio aspettare, quell'equilibrio segreto:
"e d'un tratto le cose della terra ci
sono apparse al loro giusto posto sotto il cielo, e così anche gli essere
umani, e noi stessi sospesi a guardare dall'unico posto giusto che ci sia dato:
essere umani, cose e memorie, tutto ci è apparso al suo posto giusto sotto il
cielo. In quel breve momento abbiamo trovato un equilibrio alla nostra vita
oscillante: e ci sembra che potremo sempre ritrovare quel momento segreto,
ricercare là le parole per il nostro mestiere, le nostre parole per il
prossimo;...
Grazie Natalia Ginzburg, e scusa per averti incontrata così tardi (non è
mai troppo tardi diresti, dolcemente seccata, ripetendomi di tenere sempre a mente
quel momento segreto).
Così metà disperato e metà sollevato mi avvio a un silenzio da me cercato, temuto, ma non per questo desiderato. Dovere delle cose, della memoria e delle attese che spaccano in due la nostra esistenza: un prima e un dopo. Intanto vado a cercarmi il mezzo, l'equilibrio, il segreto.
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