Mi sono iscritto al primo superiore. Sì, sul sito del Miur hanno preso
la domanda di mio figlio col mio nome. Il resto dei dati sono i suoi, ma il
nome è mio. Dirai: lo soffochi, lo stressi, non gli permetti di sbocciare d’identità.
Ehi, non esagerare, un po’ è vero ma mica sono così matto da schiacciare fino a
questo punto la sua bella e acerba identità. E’ stata una falla online. Però in
questi giorni di incazzature feroci sto scoprendo, e quando succede mi viene
quasi da piangere, di come gli sto volendo sempre più bene a questo ragazzo oramai alto
quanto me, e di come sta aumentando questo sentimento proprio mentre lui si stacca piano
piano da noi. Eccolo coi suoi capelli dal ciuffo immobile, e quelle sue mani
fulminee, e quel suo passo incerto tra montagnole e catrame del suo amato quartiere: dove al tramonto si intravede il cupolone, laggiù, come fosse una
quinta consolante in miniatura per noi oltre raccordo. Quando deve farsi notare ha certi buffi
movimenti di scatto: sembra un attore, fa bene l’attore, il mio ragazzo dal ciuffo
immobile.
Si muove svelto col suo carico di giovinezza: a volte ci sembra triste, altre troppo serio, poi in fondo magari sta cercando soltanto il suo stile, come ogni persona sensibile su questa terra. E ride di gusto davanti a quei video su YouTube, e scava in quel tubo per me misterioso alla ricerca di specchi suoi, soltanto suoi, e noi esclusi aspettiamo che ritorni cresciuto, col suo sorriso pieno di denti che assomiglia a una canzone.
Si muove svelto col suo carico di giovinezza: a volte ci sembra triste, altre troppo serio, poi in fondo magari sta cercando soltanto il suo stile, come ogni persona sensibile su questa terra. E ride di gusto davanti a quei video su YouTube, e scava in quel tubo per me misterioso alla ricerca di specchi suoi, soltanto suoi, e noi esclusi aspettiamo che ritorni cresciuto, col suo sorriso pieno di denti che assomiglia a una canzone.
Mannaggia a me, e ai miei mille egoismi adulti. Perché non gli ho
risparmiato quando era piccolino mille traslochi e quintali d’ansia. Lui se ne
stava tra di noi con quegli occhi a fissare lunghe banchine di metro, giganteschi
alberi nei parchi romani, persone curiose o sole, ed io tremante con la faccia
contorta a evitargli di vedere le mie fragilità; ma meno male c’era la faccia
serena e decisa di tua madre ad asciugare ogni paura. Ma quante rabbie e
frustrazioni passavano lo stesso, sai; poi passavano anche parenti ottusi e amici
fuggevoli, che c’entra. Passava tutto. Ce ne stavamo su quel marciapiede di
domenica, e intorno a noi invisibili puzze sulfuree ad assorbire i nostri
sguardi, per confonderli; poi sorridere all’improvviso è sempre stata un’arte
per noi. D’estate in giro con la tenda insieme agli artisti di strada, e gli
amici intorno, noi eccitati, loro perplessi. Tua madre con le gonne lunghe da
zingara, e gli altri che non capivano quel nostro accanimento a voler muoverci
come fossimo ancora persone come loro; adesso che loro ci sembrano piccole sette
famigliari - guai chiamarli durante i pranzi domenicali - non sanno che mortificano un po’ il
nostro spassoso passato comune. Beati loro. Noi restiamo così allegri ma serissimi,
nonostante siamo diventati insieme famiglia e persone, restando belli e soli. Alle
ortiche ogni rancore stanotte.
Quel giorno con tua madre sdraiati sulla
spiaggia bianca di notte, il mondo là seduto silenzioso e blu - bloccato come in una
foto con la posa b - mentre noi stiamo per iniziare l’amore salato: un disgelo che sappiamo
solo noi e la nostra antica tenerezza.
Facciamo che mi sono iscritto al
primo superiore, sì, perché vorrei ricominciare da zero con i pensieri teneri e luminosi di questi anni, ché quelli di ieri erano di
seconda mano, angosciosi, dolci e poco più. Andrea, sai che reportage ne
uscirebbe? Me ne starei con la vita esplosa nelle tasche a far dimenticare il
dolore con le mie inutili storie: raccontandole una a una senza far rumore.
Come bloccate in una foto.
1 commento:
Quanto é amabile quel ragazzo che descrivi! ...e si...sarebbe interessante ricominciare daccapo, ma meglio di così non verremmo, siamo perfettamente perfettissimi...sicuramente ti verrei a cercare nei nostri 15 anni ribelli....
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